domenica 25 settembre 2011

I BAMBINI

I bambini
Che salveranno il mondo
Non hanno paura
Di tenersi per mano
Toccare con le dita
Pelli dai colori diversi.

Si guardano dritto negli occhi
Con sguardi che oltrepassano
E non ascoltano
Il confuso vociare
Di folle timorose di perdere
Qualche inutile primato.

I bambini
Che salveranno il mondo
Li abbiamo anche dentro noi

Se solo riuscissimo
A liberarli
Dalla prigione
Dove sono stati rinchiusi
Dall’arrugginire dei nostri anni

Potremmo camminare
Loro accanto
E farci indicare
La strada da seguire
Per non smarrire
Nuovamente il cammino.

I bambini
Che salveranno il mondo
Non hanno
Fretta di vivere,
Sanno sorridere
Al tepore delle giornate serene
Che camminano a piedi
Ricolmi della gioia di esistere
Insieme alle persone di tutta la terra
In un grande girotondo
Grande al punto
Da abbracciare tutto il mondo
Dove non restano angoli
In cui si nascondono
Sofferenza, cattiveria e guerra.

Questi bambini
Ci doneranno la pace
E crescendo
Ci insegneranno a coltivare
Ogni respiro del nostro petto
Ogni battito del nostro cuore
Affinché diano frutto
Germogliando amore
Nei confronti del prossimo
E non restino più chiusi su se stessi
A inaridire
Nell’avvizzire del mondo.

sabato 17 settembre 2011

DEDICA

                                                                                            Ad ogni figlio,
                                                                                            perché crescendo
                                                                                            non dimentichi mai
                                                                                            di essere stato bambino …

PREMESSA

“Solo piccole manine
 possono carezzare con dolcezza
 cuori aridi
 e farli tornare a pulsare.
 Ci vuole il sorriso puro di un bambino
 per cancellare l’odio con l’Amore.”

QUESTO MONDO

Questo mondo
Che esiste
Dalla notte dei tempi,
Tramandatoci
Di generazione in generazione,
Si è ammalato
Di tante malattie
Che potrebbero
Farlo morire
Se non riusciremo
Al più presto
A trovare
La medicina adatta.

Il rumore
Assordante
Che nasconde
Il suono dei passi
E riveste di comodità
La vita dei nostri movimenti
Ci consente di risparmiare
Oggi
Il tempo che neghiamo
Un domani ai nostri discendenti.

Le tante industrie
Che producono
Badando al profitto
Spesso non si curano
Degli interessi di chi
Vi vive intorno
E lentamente li avvelena.
    
Metropoli
Sempre più grandi
Raccolgono moltitudini
Di persone che non si conoscono
E quando si incontrano
Per strada
Nemmeno si salutano.

I bisogni fittizi
Che questa civiltà delle macchine
Inculca nelle menti
Attraverso la pubblicità
Manipolano i valori
Delle persone
E ne automatizzano le scelte
Rubandone l’umanità.

Tutto il mondo
Viene considerato
Come un immenso magazzino
Da cui attingere a profusione
Senza preoccuparsi
Degli sprechi e delle vite
Che si cancellano.


La società dell’immagine
Ha dimenticato per strada
La fantasia.
La sua disperata concretezza
Edonistica ha ucciso
La delicatezza e la dolcezza
Dell’immaginazione.
Si consuma rapidamente
Come i fotogrammi che scorrono
Davanti agli occhi
Delle folle osannanti
In rapida successione.


Gli squarci profondi
Che ci hanno diviso
E che continuano a tenere
Lontani i nostri popoli,
Ci impediscono
Di unire le nostre forze
E tentare di accordarci
Sulle rinunce di ognuno
Per il futuro dell’umanità.

La legge del profitto estremo
Regola la vita di miliardi di persone;
Da una parte, una piccola parte
Si sentono e si vivono i benefici
Di questo sistema,
Dall’altra parte, da una gran parte,
Si vorrebbero raggiungere questi benefici
E ci si prepara a farlo.
In mezzo miliardi di persone
Stentano a sopravvivere e spesso,
Stremati dagli stenti, muoiono
Senza che sappiano nemmeno
Il motivo di tanta sofferenza.

SIAMO IN ATTESA

Siamo in attesa
Di qualcosa
Che ci salvi
Da questa infelicità
Immensa
Che le nostre mani
E le nostre menti
Hanno costruito
Nel corso dei secoli
E dei millenni
Dell’esistenza
 della nostra specie.


Ma non sappiamo
Se
Come
E quando
Questo qualcosa
Giungerà
In mezzo a noi
E ci indicherà
La strada
Da percorrere
Per aggiustare
Tutto ciò
Che abbiamo rotto.

NASCONO NUDI

Nascono nudi
Nei villaggi sperduti
Non vergognandosi
Del proprio aspetto


Ancora piccoli
Sgranano gli occhi
Alla luce
Sorridendo di serenità
Con piccoli vagiti
Che vogliono comunicare
Tutto l’universo più puro
Che hanno dentro.


Si guardano intorno
Mentre tentano
Di compiere i primi passi
Carponi.
E Piano piano
Imparano a riconoscere
Ciò che li circonda.


Giocano con cose semplici
E fanno loro lunghi discorsi
A noi incomprensibili.


Prendono coscienza
Dei propri limiti
Poco a poco
Allungando le braccia
Fin dove arrivano.

Quando si sono fortificati,
Tentano di sollevarsi
Sulle gambe
E provano a camminare,
Sulle prime ricadono.

Giocando
Si educano alla fantasia
E tutto gli è nuovo
E vorrebbero imparare,
Ma sono ancora piccoli.


In piedi
Ritti sulle proprie gambe
Come piccoli capitani
Su vascelli in mezzo agli oceani
Pronti a sfidare
Le tempeste della vita.

I primi passi
Sicuri
Da un punto di partenza
A un luogo stabilito
Senza ripensamenti.

Imparano a comunicare
Poco a poco
Usando le nostre parole

Iniziano a montare delle piccole
Frasi
Con le quali provano
A trasmetterci.

Acquistano scioltezza
Nella lingua,
Iniziano a domandare


Non si accontentano
Delle prime risposte
Date da noi
Che veniamo colti impreparati
E continuano a chiedere
Finché non cadiamo
In contraddizione.

Ci costringono
A riconoscere i nostri errori,
Piccoli d’aspetto
Ma grandi d’animo
Loro non ammettono infrazioni:
Se le regole esistono
Vanno rispettate
Alla lettera e nelle virgole.

SOLO ALLORA

Solo allora
Sarà salvo
Questo mondo
E il merito
Sarà tutto
Di quei bambini
Che avranno avuto il coraggio
Di ascoltare i sentimenti più puri
Che dettava loro il cuore
E la forza di farsi sentire
Dai grandi, così miseramente intenti
Negli egoismi più spinti